Quanto fa male?
Più che male, lo definirei fastidio… anche se ovviamente la soglia del dolore è molto soggettiva, molte persone sono traumatizzate da racconti di amiche, o esperienze precedenti, con dolore allucinante e addirittura sanguinamento. Molti sono i fattori determinanti la tollerabilità del trattamento di trucco semipermanente, prima di tutto la delicatezza della manualità.. soprattutto gli operatori meno esperti tendono a premere il dermografo eccessivamente, con la sbagliata convinzione di ottenere un tratto più marcato… SBAGLIATISSIMO… più il lavoro è delicato, escludendo il sanguinamento e rispettando l’integrità del derma e depositando il pigmento in modo regolare, più il tratto sarà omogeneo e pulito e quindi molto meno doloroso.. altro fattore importantissimo è la scelta della strumentazione utilizzata. Io utilizzo una console elettronica che collegata al dermografo (scelto in base al tipo di pelle e al lavoro richiesto) modula la delicatezza della battuta della punta in base alla resistenza che incontra dalla pelle.. niente lacerazioni.. battute delicate su pelli sottili, battute più profonde su pelli più resistenti, programmazione automatica e sicura.
Non di minor importanza è l’applicazione di impacchi anestetici e utilizzo del ghiaccio prima e dopo l’esecuzione della seduta di dermopigmentazione, che se associate anche all’assunzione di preparati fitoterapici escludono ulteriormente il gonfiore e accelerano il processo di guarigione.
Se poi mi non mi piaccio?
Mi sento sicura di escludere questa possibilità, la cosa che considero fondamentale è riuscire ad interpretare l’immagine che ognuna ha di se stessa. Visioniamo insieme una carrellata di immagini di lavori già eseguiti ,in modo di poter interpretare il gusto personale, per poi adattarlo ,prima disegnando con l’utilizzo del pennello e i colori ipotizzati, anticipando il risultato che si desidera ottenere.. provando, riprovando, scegliendo insieme il risultato estetico migliore.
Se poi mi stanco?
In venticinque anni di esperienza ho potuto appurare che lavori discreti, ben eseguiti e migliorativi non stancano, anzi, sempre più spesso le mie clienti hanno iniziato il proprio approccio sottoponendosi a un trattamento, per poi arrivare a completare il resto del viso e ritoccando i lavori periodicamente per mantenerli in buono stato.
Quanto dura?
I pigmenti di nuova generazione, a differenza di quelli utilizzati in passato, durano molto meno, la minor durata va però a vantaggio di maggior tollerabilità e assenza di tossicità. Esistono in commercio pigmenti, fra l’altro non a norma che durano anche per 6/7 anni ma che contengono sostanze cancerogene e hanno un alto rischio di viraggio del colore (sopracciglia che diventano rosse o labbra viola). Io per i miei lavori ho scelto di affidarmi ad aziende di punta nella produzione dei pigmenti avendo come priorità assoluta la sicurezza e la tollerabilità dei miei lavori.
La pelle è formata da tre strati, epidermide, derma e ipoderma, il derma è lo strato in cui viene depositato il pigmento durante il processo di micropigmentazione, è quindi indispensabile comprenderne le reazioni cutanee durante l’ introduzione di sostanze coloranti, la realizzazione di un trattamento di micropigmentazione comporta una piccola lesione della pelle, che dopo un certo periodo si cicatrizza e si rigenera.
Indispensabili quindi, sono preparazione estetica, igene assoluta, comprensione delle aspettative, progettazione del lavoro in base al risultato che si vuole ottenere… solo coniugando esperienza, gusto, manualità il lavoro si trasforma in arte.
Con la micropigmentazione è possibile valorizzare il viso, correggere imperfezioni e asimmetrie, creare veri e propri effetti trucco, intervenendo sull’arcata sopraccigliare ,gli occhi e le labbra. Con le tecniche più avanzate e buona conoscenza di pigmentologia oggi si può intervenire correggendo lavori sbagliati, asimmetrici o eseguiti con pigmenti di colore non adatto.